VI. CELEBRARE
“Camminare insieme” è possibile solo se si fonda sull’ascolto comunitario della Parola e sulla celebrazione dell’Eucaristia. In che modo la preghiera e la celebrazione liturgica ispirano e orientano effettivamente il nostro “camminare insieme”? Come ispirano le decisioni più importanti? Come promuoviamo la partecipazione attiva di tutti i Fedeli alla liturgia e l’esercizio della funzione di santificare? Quale spazio viene dato all’esercizio dei ministeri del lettorato e dell’accolitato?
4’ ASSEMBLEA PARROCCHIALE PARROCCHIALE IN PREPARAZIONE AL SINODO
DOMENICA 20 MARZO
‘’BEATI COLORO CHE HANNO FAME E SETE DELLA GIUSTIZIA,
PERCHÉ SARANNO SAZIATI’’ (MT 5,6)
Iniziamo il nostro quarto incontro, in Chiesa, con l’invocazione dello Spirito Santo e con una preghiera alla Madonna per chiedere il dono dell’ascolto.
Ascoltiamo insieme l’introduzione alla quarta Beatitudine: cerchiamo di capire cos’è questa “fame e sete” e poi che cosa intendiamo per giustizia.
Il concetto di fame e sete è introdotto per esprimere un’esigenza vitale, di cui non si può fare a meno; non un interesse passeggero ma qualcosa che desidero con tutte le mie forze e di cui non posso fare a meno.
Che cosa desidero? La “giustizia” può essere tradotta in vari modi ma il principale è la “santità”, cioè quella giustizia che viene da Dio. Solo Dio può appagare quella fame e sete che ho in fondo al cuore. Per fare questo è necessario nutrirci della volontà di Dio. La traduzione diventa, quindi, “beati coloro che disiderano quello che Dio vuole”.
Chi cerca nel mondo la pienezza non riuscirà mai a trovare la felicità ed a saziare il desiderio; solo Dio riempie il cuore dell’uomo.
Prendiamo esempio da Gesù, che ha compiuto a pieno la volontà di Dio, e dalla Madonna, maestra di questa strada.
Segue la lettura e commento del Vangelo dedicato all’incontro di Gesù con la Samaritana (GV 4,4-42)
In questo incontro c’è la volontà di Dio che desidera incontrare questa donna, una donna che ha sete delle cose del mondo. Chiedendole da bere, Gesù non intende togliere nulla alla donna; lui non vuole sacrifici impossibili ma desidera donarci tutto. Gesù domanda dell’acqua ma in realtà vuole donare la propria acqua, la propria vita. L’acqua viva che offre il Signore soddisfa pienamente il desiderio; chi la beve non cerca più la propria soddisfazione ma diventa fonte di bene per gli altri.
Finito l’ascolto della Parola, ci dividiamo in piccoli gruppi per il consueto momento di confronto sulle domande legate a quello che esprime la Parola letta:
Tendo a farmi giustizia da solo o confido nella giustizia di Dio?
La mia comunità ed io sentiamo fame e sete di giustizia?
Nei tre “giri” di confronto previsti nella metodologia delle assemblee sinodali emergono riflessioni personali molto profonde e, in modo sempre più emozionante, molto simili fra di loro, nonostante i diversi percorsi individuali, a voler sottolineare che lo Spirito Santo suggerisce strade personali e comunitarie ma comunque orientate alla “giustizia che viene da Dio”, il solo che può appagare la fame e sete che abbiamo in fondo al cuore.
Ci ritroviamo in Chiesa per la preghiera conclusiva, grati per aver potuto ascoltare lo Spirito Santo, ascoltandoci reciprocamente, e per aver colto l’opportunità di camminare insieme in un percorso che coinvolge tutto il popolo di Dio.